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Trattamenti cosmetici per la pelle impura, a tendenza acneica
- giovedì 17 gennaio 2013
La pelle iperseborroica con predisposizione all'acne leggera richiede cure mirate per intervallare eventuali trattamenti farmacologici nelle forme lievi o anche a sostegno degli stessi nelle forme più gravi.
Aspetto lucido della pelle, oleosità, ipercheratinizzazione, tendenza a fenomeni infiammatori a carico del follicolo sebaceo con possibile evoluzione in manifestazioni di tipo acneico, sono queste le caratteristiche della pelle iperseborroica. Tale condizione e la frequente insorgenza di acne volgare sono tipiche della pubertà, età che va dai 12-13 a circa 18-20 anni, periodo in cui è evidente l'azione stimolante degli ormoni androgeni sulle ghiandole sebacee a livello di volto, tronco e dorso. A causa di questa stimolazione, è prodotta una maggiore quantità di sebo che tende a ristagnare formando una sorta di "tappo"allo sbocco della ghiandola. Soggetto all'azione ossidante, questo tappo assume rapidamente una colorazione bruna formando il comedone, volgarmente noto come "punto nero". Alcune specie anaerobiche della flora batterica normalmente presente sulla pelle, Staphylococcus epidermidis e Propionibacterium acnes, nella condizione di scarsità di ossigeno come quella che si instaura nel follicolo bloccato dal punto nero, proliferano e decompongono i trigliceridi in acidi grassi, creando le premesse per l'infiammazione. Nell'età adolescenziale sono più frequenti le forme lievi di acne con comedoni e presenza più o meno diffusa di papule; dopo la pubertà invece l'acne si presenta in genere in modo più grave con lesioni infiammatorie di tipo pustoloso o nodulo-cistico.
L'obiettivo principale dei trattamenti cosmetici per la pelle iperseborroica consiste nella normalizzazione dell'attività sebacea e nel controllare l'ipercheratinizzazione, senza tuttavia dimenticare che, trattandosi di pelle predisposta all'infiammazione, nelle formulazioni non devono mancare ingredienti con attività decongestionante, lenitiva e addolcente. Laggiunta di agenti antibatterici permette di controllare la crescita della flora batterica e pertanto di limitare lo sviluppo delle manifestazioni acneiche vere e proprie. Inoltre, l'impiego di sostanze opacizzanti nei trattamenti post-detersione contribuisce ad attenuare la comparsa dell'oleosità cutanea, favorendo la compliance del consumatore come anche l'eventuale applicazione di prodotti da trucco.
Agenti sebo-normalizzanti
I principali agenti con azione sebonormalizzante rientrano nella categoria chimica dei tannini, sostanze di natura polifenolica, come i flavonoidi, ma che, a differenza di questi, sono in forma polimerica anziché monomerica. I tannini sono caratterizzati dalla capacità di reagire con la cheratina, determinando una riduzione della permeabilità cutanea con restringimento dei dotti, sia sudorali sia sebacei, con conseguente diminuzione della secrezione di sudore e sebo. Estratti vegetali molto ricchi in tannini sono per esempio quelli da agrimonia, bardana, betulla, bistorta, amamelide, ratania, solo per citare alcune piante, dato che i tannini sono molto diffusi nel regno vegetale. L'impiego di tannini nei trattamenti per la pelle iperseborroica offre l'ulteriore vantaggio di ottenere anche effetti anti-infiammatori e decongestionanti. Spesso in una pelle iperseborroica, accanto alla modificazione di tipo quantitativo, si rileva anche una variazione di tipo qualitativo, cioè uno squilibrio della composizione del sebo, con prevalenza della componente cerosa su quella oleosa e più fluida. L'aspetto della pelle non risulta allora particolarmente lucido, bensì opaco e la carnagione appare spenta e asfittica, perché coperta da uno strato di sebo più denso dei normale con maggiore tendenza a inglobare le cellule cornee sfaldate. Alcuni oli vegetali risultano efficaci come sebo-normalizzanti, proprio in quanto riequilibranti della composizione del sebo, piuttosto che della quantità secreta. Alcuni esempi: l'olio di passiflora, molto ricco in acido linoleico, l'olio di Sacha Inchi (Plukenetia volubilis), pianta caratteristica del Perù dai cui semi si ottiene un olio dall'elevato contenuto di acido linoleico (omega-6) e linolenico (omega-3). Sempre da una terna di piante tipiche del Brasile (Copaiba, ACai, Andiroba) è ottenuto un complesso che offre oltre all'azione idratante, effetti sebonormalizzanti e battericidi grazie alla presenza di beta-cariofillene, flavonoidi e limonoidi.Sostanze antibattericheDovendo formulare prodotti efficaci in termini di controllo della popolazione batterica cutanea, si ricorre ad alcune sostanze utilizzate anche in dermatologia per le forme più lievi di acne oppure a battericidi tradizionali. II tea tree oil è un antisettico ad ampio spettro, così potente da essere considerato in dermatologia una valida alternativa al benzoil perossido per il trattamento dell'acne. L'acido azelaico è un acido bicarbossilico in grado di inibire la formazione di acidi grassi liberi sulla superficie della pelle, favorendone l'equilibrio. È molto conosciuto in ambito dermatologico per le sue proprietà antibatteriche contro il P.Acnes e per gli effetti anti-infiammatori, cheratolitici e anti-seborroici. Sempre più affermato l'impiego di suoi derivati solubili, ugualmente efficaci come sebo-regolatori, ma più idonei per la realizzazione di cosmetici gradevoli. I battericidi tradizionali sono sostanze efficaci ad ampio spettro, tra cui i più impiegati nei cosmetici per pelle grassa sono l'acido undecilenico e suoi derivati, il triclosan, la clorexidina. Risulta tuttavia più funzionale l'impiego di sostanze che agiscano specificamente sui ceppi batterici direttamente interessati nell'evoluzione patologica. Gli acidi boswellici, caratteristici dell'estratto di boswellia e già noto per l'efficacia anti-invecchiamento e fotoprotettiva, risultano particolamente efficaci contro il P.Acnes, pertanto se ne sta diffondendo anche l'impiego in trattamenti specifici per la pelle grassa a tendenza acneica. Anche nell'ambito delle vitamine sono state evidenziate potenzialità interessanti. La nicotinamide, forma attiva della vitamina B3, ha attività topica sovrapponibile, anche se a concentrazione quattro volte superiore, a un tradizionale antibiotico (clindamicina), utilizzato nei trattamenti dermatologici per l'acne.
I cheratolitici-cheratoplastici
Alcuni ingredienti come il glutatione (GSH) e gli amino-acidi solforati (cisteina, cistina, metionina), in virtù del loro apporto in zolfo organico, svolgono attività cheratolitica e cheratoplastica. Per contrastare efficacemente i fenomeni di ipercheratinizzazione, tuttavia, i più efficaci cheratolitici sono gli alfa e beta-idrossiacidi, come il lattico o il salicilico. Impiegati a discreta concentrazione e a pH acido promuovono l'esfoliazione superficiale dello strato corneo e in particolare, riducendo la coesione dei corneociti follicolari, possono anche prevenire la formazione stessa dei comedoni. L'alternativa più moderna ai tradizionali alfa-idrossi acidi è rappresentata dalla classe degli acidi aldobionici il cui impiego offre un triplice vantaggio in termini di funzionalità; azione cheratolitica, idratante e antiossidante, senza i potenziali effetti irritanti legati alla natura acida.Gli opacizzanti e sebo-adsorbenti
Nei cosmetici anti-lucido, realizzati anche come correttori/fondotinta leggermente colorati con ossidi di ferro, sono sempre presenti polveri opacizzanti con azione sebo-assorbente al fine di rallentare la comparsa dell'effetto lucido nelle zone del viso più soggette, come anche di mascherare l'evidenza di leggeri inestetismi. Tra le sostanze opacizzanti più diffuse, il caolino, gli amidi, il talco e l'ossido di zinco, quest'ultimo tra l'altro contribuisce all'azione disarrossante e lenitiva.Post recenti
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