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La Prevenzione dei Disturbi Visivi
- lunedì 18 aprile 2011
Si può fare moltissimo per prevenire i disturbi visivi, a partire dalla prima infanzia e anche a tavola si deve sapere che la vitamina A può aiutare molto.
Finché stanno bene e svolgono il loro compito alla perfezione, a quanto siano preziosi non si pensa. Eppure, gli occhi sono il nostro principale strumento di interazione con il mondo: salvaguardarne la salute e il buon funzionamento è un investimento per tutta la vita. Due sono le cose che dobbiamo fare: proteggerli dalle condizioni che possono farli ammalare e curarli il più presto possibile quando hanno qualcosa che non va.
Il primo tipo di precauzione (prevenzione primaria), ha l'obiettivo di evitare l'insorgenza di quelle patologie oculari e difetti visivi di cui si conoscono i fattori di rischio, il secondo tipo (prevenzione secondaria) punta invece a contenere i danni delle malattie già in atto e rallentarne, laddove possibile, la progressione. Va da sé che il fine ultimo di entrambi i provvedimenti è quello di preservare la funzione visiva.
L'impatto sanitario, psicosociale ed economico dei disturbi visivi è molto rilevante in tutto il mondo. Per questo a partire dalla sua fondazione, nel 1975, l'Agenzia internazionale per la Prevenzione della Cecità (InternationalAgency for Prevention of Blindness - IAPB) sollecita i governi e le agenzie non governative di tutti i Paesi perché sviluppino programmi per combattere le cause dei deficit della vista.
Tra i progetti più recenti, 'Vision 2020. The right to sight" è un impegno planetario assunto dall'Organizzazione mondiale della sanità congiuntamente con IAPB a eliminare tutte le cause evitabili di disfunzione visiva entro il 2020. L'ambizioso obiettivo è ispirato dalla consapevolezza che l'80 per cento delle forme di ipovisione o cecità potrebbe essere scongiurato con adeguate misure di prevenzione e di cura.
Anche la sezione italiana della IAPB promuove costantemente iniziative per la tutela della salute degli occhi: campagne di sensibilizzazione, pro- getti educativi
E per le scuole, programmi di assistenza oftalmologica gratuita. Degno di nota, inoltre, è il fatto che nel Piano nazionale della prevenzione 2010/2012 del ministero della Salute per la prima volta è stata esplicitamente inclusa tra le priorità la prevenzione delle disabilità visive.
UN CONTROLLO PER OGNI ETA'Anche in oftalmologia, come in molti altri ambiti clinici, la prevenzione riguarda tutte le fasi della vita. Ha estrema importanza nella primissima infanzia per garantire il normale sviluppo della funzione visiva, così come nell'età adulta, dove ha il compito di verificarne l'integrità soprattutto nelle condizioni in cui questa può essere a rischio, e nell'età avanzata, dove è fondamentale per limitarne la perdita dovuta ai normali processi di invecchiamento.
Per certi aspetti si può anzi dire che una corretta prevenzione oftalmologica inizia ancora prima della nascita: nel corso della vita intrauterina, infatti, il feto può essere esposto a fattori materni (infezioni, farmaci, radiazioni, malattie metaboliche, parto prematuro), pericolosi per gli occhi.
Poi, alla nascita a tutti i neonati viene somministrato un collirio antibiotico come profilassi di alcune infezioni congiuntiveli che possono contrarre durante il parto, mentre a quelli considerati a rischio di una patologia oculare (per esposizione prenatale, malattie ereditarie, malattie metaboliche eccetera), viene prescritta anche una visita oculistica. 1 difetti oculari congeniti (cataratta, glaucoma, retinoblastoma, retinopatia del prematuro), sono infatti una causa frequente di disabilità visiva nei bambini.
Se tutto va bene, la prima visita oculistica va effettuata tra i 2 e i 3 anni, quando lo sviluppo dell'apparato oculare e della vista è completato, per individuare precocemente un eventuale difetto rifrattivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo) o uno strabismo. Correggerli per tempo è importante perché nei bambini possono portare all'ambliopia, cioè all'esclusione funzionale dell'occhio che vede meno bene. Questa condizione dovuta al fatto che il cervello, ricevendo due immagini non coincidenti dai due occhi, sopprime quella imperfetta è reversibile se curata subito, in caso contrario comporta la perdita della visione binoculare e quindi della capacità di vedere in modo tridimensionale.
Una seconda visita oculistica è consigliabile entro i 6 anni, per individuare eventuali deficit visivi insorti
successivamente e fornire al bambino un'adeguata correzione prima di andare a scuola.
In seguito, in assenza di problemi particolari, i controlli vanno ripetuti ogni due-tre anni fino ai 20 anni, cioè fino al termine dell'accrescimento dei bulbi oculari, e poi ogni tre-cinque anni.
Tra i 40 e i 45 anni, anche nei soggetti sani, si verifica una parziale compromissione della capacità visiva a causa della graduale perdita di elasticità del cristallino, un fenomeno fisiologico legato all'età che causa presbiopia, cioè una minore efficienza nel mettere a fuoco gli oggetti vicini.
Infine, dopo i 60 anni aumenta l'incidenza di alcune patologie oculari quali cataratta, glaucoma, maculopatia, e di alcune malattie sistemiche come diabete e ipertensione, che a lungo andare possono causare danni alla retina.
A TAVOLA, AL LAVORO E IN VACANZAII primo luogo dove tutelare la salute degli occhi è la tavola, consumando cibi che garantiscano un sufficiente apporto di vitamina A, la cui carenza provoca una riduzione della capacità visiva in condizioni di scarsa illuminazione (nictalopia) e la pericolosa xeroftalmia (principale causa di cecità infantile nei Paesi in via di sviluppo). Utili anche gli antiossidanti (vitamine C ed E, carotenoidi, antocianine), e gli acidi grassi polinsaturi (omega-3, omega-6), che sembrano rivestire un ruolo rilevante nella prevenzione delle retinopatie legate all'età. Altrettanto importante è non assumere quantità eccessive di proteine e grassi di origine animale, bevande alcoliche, e il fumo di sigaretta. Salvaguardare gli occhi da tutti gli agenti che possono danneggiarli è la terza regola aurea.
Proteggerli dalle radiazioni, naturali o artificiali, con lenti dotate di filtri a norma di legge, per evitare danni che vanno dall'infiammazione della congiuntiva e della cornea (cheratocongiuntivite attinica), nell'esposizione di breve periodo fino ai tumori (melanomi, carcinomi) di congiuntiva, cornea o iride nell'esposizione cronica. Mai fissare direttamente il sole, che può provocare lesioni irreversibili della retina (maculopatia fotocromatica). Metterli al riparo da possibili traumi (corpi estranei, sostanze chimiche), quando si svolgono attività a rischio (professionali, ricreative, sportive), usando occhiali con protezione laterale, mascherine, visiere. Preservarli dai possibili agenti infettivi (batteri, virus), indossando occhialini subacquei in piscina e al mare e rispettando i fondamentali criteri igienici: lavarsi accuratamente le mani prima di toccarsi gli occhi o instillare colliri, e nell'uso di lenti a contatto fare la massima attenzione anche alla sterilità di contenitori e liquidi di conservazione.
Quando portare il bimbo dall'oculista:- se contrae le palpebre per vedere da lontano (per esempio davanti alla televisione, al cinema o a scuola);
- se assume posture anomale della testa e del collo durante la lettura e altre attività visive;
- se lamenta mal di testa, stanchezza, senso di sonnolenza o bruciore agli occhi svolgendo attività che impegnano la vista;
- se ha spesso secrezioni sul bordo delle palpebre e sulle ciglia;
- se guardandolo negli occhi si notano riflessi, opacità o alterazioni della superficie;
- se si nota che muove i due occhi in modo non concomitante.
A VOLTE SERVONO VISITE MOLTO RAVVICINATELa suddivisione schematica delle visite è valida per chi non ha problemi particolari. In presenza di condizioni patologiche sarà l'oculista a stabilire quali devono essere o intervalli tra controlli successivi.
E sempre bene seguire rigorosamente la tabella di marcia prescritta dallo specialista, anche quando sembra di non averne bisogno.
Persino i "banali" difetti rifrattivi meritano infatti di essere seguiti nel tempo, indipendentemente dal fatto che
siano efficacemente corretti con lenti, perché alcuni, come per esempio la miopia di grado medio-alto, possono avere, sia pur raramente, complicanze gravi (distacco della retina).
Lo stesso vale per l'uso di lenti a contatto, che per quanto confortevole, richiede una valutazione regolare delle condizioni degli occhi, allo scopo di individuare precocemente eventuali segni di sofferenza congiuntivele o corneale.