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Malattie e Disturbi

Fermenti Lattici: sfida a colpi di miliardi.

A differenza dei farmaci (e degli integratori) che hanno dosaggi ben definiti, i Probiotici riportano in confezione un numero di cellule, espresso in miliardi.
E' davvero così importante gareggiare nel produrre formulazioni con contenuti sempre più alti di cellule? O forse è meglio puntare sulla qualità? 

In Italia si è largamente diffuso, ormai da circa un trentennio, l'utilizzo di fermenti lattici nel settore degli integratori dietetici e alimentari, al fine di riequilibrare l'intestino e la flora batterica, spesso in associazione a vitamine del gruppo B, o di rinforzare il nostro organismo a seguito di un periodo di debilitazione fisica. La loro immissione sul mercato ha reso a sua volta necessaria l'introduzione di una disciplina ministeriale che ne regolamentasse la composizione e le condizioni di impiego.

Dalla definizione classificatoria iniziale di integratori dietetici biologico - vitaminici, si è passati a quella di probiotici.
Questo è avvenuto per sgombrare il campo da eventuali equivoci conflittuali con il crescente utilizzo del termine biologico, in associazione a prodotti di provenienza agricola.

QUANTI MILIARDI?

L'unità di misura dei fermenti lattici è il miliardo di cellule vive, cioè il numero di singole unità presenti in una dose.
La normativa prevede che tale riferimento sia garantito a scadenza: cioè è necessario avere ampio margine per assicurarsi che dopo i due anni previsti vi sia un numero di cellule sufficiente.
E' quindi importante valutare con attenzione prodotti che vantano un numero altissimo di cellule, senza avere confezionamenti e modalità di conservazione particolari.
Quante cellule arriveranno infatti vive alla scadenza del prodotto?

MA COSA SONO I PROBIOTICI?

Col termine probiotico si è inteso raggruppare tutti quegli organismi vivi che, se somministrati in dosi opportune, apportano considerevoli benefici all'organismo umano. Questa nuova classificazione ha pero spalancato le porte del settore anche ad integratori e altri prodotti realizzati con sole sostanze probiotiche, senza l'aggiunta di ulteriori componenti nutrizionali (le vitamine cui ci riferivamo prima, ad esempio) in associazione ad esse. Il termine probiotico dunque è diventato una sorta di ombrello che può racchiudere tanto il semplice yogurt che acquistiamo al supermercato, quanto prodotti in formati differenti (capsule, bustine, gocce) reperibili in farmacia ma anche acquistabili online via internet da appositi siti dedicati.

Quello degli integratori a base di probiotici, o di fermenti lattici che dir si voglia, è diventato così di fatto un vero business capace di movimentare ingenti somme di denaro. Da qui l'urgenza, ancora più forte di prima, di disciplinare la materia a livello governativo al fine di verificare e certificare la composizione idonea di tutti gli integratori che ritroviamo in commercio. Sono state dettate a tal fine tutta una serie di linee guida, che proveremo ora a sintetizzare.

I REQUISITI

I microrganismi utilizzati negli alimenti e negli integratori alimentari, prevalentemente al fine di riequilibrare la flora intestinale, devono rispondere ai seguenti requisiti.

  • Principalmente devono essere appunto riconosciuti come utilizzati al fine di integrare la microflora intestinale dell'uomo. 
  • Devono soddisfare i parametri fissati dall' EFSA - l'autorità europea per la sicurezza alimentare - che ne certificano la sicurezza d'impiego sugli esseri umani. Principalmente non devono essere portatori di antibiotico-resistenza, vale a dire la proprietà che presentano determinati dei batteri di essere o di diventare resistenti nei confronti degli antibiotici.
  • Essere attivi in maniera tale da riuscire a moltiplicarsi nell'intestino.

Continuando a parlare di sicurezza, l'impiego di un nuovo ceppo microbico anche quando esso appartiene ad una specie già utilizzata, necessita ex novo di una scrupolosa valutazione che tenga conto dei suddetti requisiti. Mettiamo un attimo in pausa il nostro discorso sui requisiti normativi e proviamo a comprendere meglio: cosa significa riequilibrare la flora batterica?

Il nostro apparato intestinale è popolato da tantissimi microrganismi che, nel complesso, costituiscono la flora batterica. Si parla di circa 400 specie batteriche.
In condizioni normali, la flora batterica deve trovarsi in perfetta simbiosi con l'organismo umano: i batteri si nutrono di tutto quel materiale che il nostro organismo non riesce a digerire e, di contro, svolgono preziose funzioni a protezione dell'organismo umano.

Di che funzioni stiamo parlando? Elenchiamole.
Le principali sono due:
  • la Funzione Trofica con cui la flora batterica garantisce l'integrità della mucosa intestinale. Lo fa, è ciò cui accennavamo prima, nutrendosi di tutto quel materiale che non riusciamo a digerire e producendo, in sua sostituzione, acidi grassi a catena corta che rappresentano una fonte di benessere per il nostro organismo. tra le varie funzioni che svolgono tali acidi (acetico, propionico e butirrico) vi è quella di proteggerci dai rischi del tumore al colon. 
  • Protezione contro l'invasione di batteri patogeni, creando una vera e propria barriera che protegge la mucosa intestinale, attraverso la produzione di sostanze antimicrobiche. Tra le altre funzioni vi è poi quella di favorire i processi digestivi, e di prevenire disturbi intestinali come la colite o la diarrea.

Qualora la simbiosi flora batterica - organismo umano dovesse venir meno, il rischio immediato è quello di un'iperproliferazione di microrganismi patogeni a livello intestinale che, colonizzando anche altre aree corporee, possono provocare tutta una serie di infezioni diffuse, nonchè l'assorbimento di sostanze tossiche da parte di organi interni come il fegato e il pancreas.

IMPORTANTI PER LE NOSTRE DIFESE

In pratica, tutto il nostro sistema immunitario potrebbe rischiare di restare compromesso. Questa breve visione d'insieme dei ruoli attivi svolti dalla flora batterica, e dei potenziali rischi conseguenti ad una compromissione del suo equilibrio simbiotico del nostro organismo, ci aiuta ora a comprendere meglio quanto sia prezioso il lavoro svolto dagli integratori a base di fermenti lattici all'interno del nostro organismo. Dei probiotici abbiamo parlato finora, andiamo ora a fare la conoscenza di un'altra famiglia di integratori: i prebiotici. Il consumo di probiotici e prebiotici, di fermenti e fibre, avviene spesso in abbinamento per ottimizzare le prestazioni e i benefici per la nostra salute. Per prebiotico si intende ogni costituente non vitale degli alimenti; vale a dire che pur non venendo assorbito dall'organismo è comunque in grado di apportare dei benefici alla salute, principalmente alla flora intestinale, attraverso una modulazione dell'equilibrio del microbiota. Dove per Microbiota si intendono tutti quei microrganismi residenti a livello gastrointestinale

E I PREBIOTICI?

Anche gli alimentari utilizzati come prebiotici devono rispondere a dei requisiti di sicurezza e di quantità massima giornaliera assumibile, analoghi a quelli già indicati per i probiotici. La dose massima giornaliera in particolar modo, può variare dai due ai dieci grammi. Se assunti invece in dosi più elevate possono comportare disturbi gastrointestinali di lieve entità come flatulenza, meteorismo o diarrea.

I prebiotici più conosciuti e utilizzati sono quelli appartenenti alla famiglia degli oligosaccaridi, in particolar modo l'inulina. In natura li ritroviamo in piante commestibili a larga diffusione e consumo come i carciofi, la cipolla, la cicoria (dalla cui radice si estrae soprattutto l'inulina), gli asparagi, l'aglio, il grano, l'avena e la soia, e anche in un frutto diffusissimo come la banana.

Tra gli effetti benefici più interessanti dei prebiotici vi è sicuramente la loro azione a favore della riduzione della concentrazione di colesterolo e anche, sebbene in misura minore, dei trigliceridi. Il che vuol dire, di riflesso, riduzione dei rischi di incorrere in malattie cardiovascolari. inoltre, migliorano l'assorbimento di alcuni minerali preziosi per la nostra salute come il magnesio e il calcio. Torniamo a parlare dei probiotici. Abbiamo già accennato in qualche misura ai benefici che arrecano; ma, esattamente, in che modo agiscono sul nostro organismo? Non appena ingeriti, i batteri contenuti nei probiotici hanno la capacità di proliferare automaticamente, colonizzando l'intestino.

Ciò avviene perchè il nostro organismo riconosce in questi batteri non un nemico, ma un alleato, capace quindi di vincere le naturali resistenze della mucosa intestinale. D'altra parte, questa colonizzazione probiotica agisce a sua volta proprio in ottica di barriera difensiva, proteggendo l'intestino da eventuali contaminazioni causate da batteri patogeni principali responsabili di quei processi infettivi che, altrimenti, rischierebbero di contaminare tutto l'intestino. Riassumendo in parole povere: i batteri probiotici crescono dentro di noi. Quando noi ne ingeriamo una determinata quantità, questa si moltiplicherà automaticamente all'interno del nostro organismo, svolgendo la sua preziosa azione protettiva.

MA I PROBIOTICI SONO TUTTI UGUALI?

Certo che no, ogni ceppo tende a svolgere azioni differenti. Ecco perchè, nella scelta degli integratori da assumere bisogna tener conto del ceppo contenuto più idoneo alle nostre esigenze del momento.
Proviamo ad elencare le principali famiglie:

  • LATTOBACILLI, sono simbiotici per antonomasia (accennavamo già prima alla simbiosi flora batterica - organismo umano) , in quanto uno dei principali competitori dei batteri patogeni contaminanti.
  • BIFIDOBATTERI, sono eccellenti produttori di sostanze quali enzimi e vitamine, che il nostro organismo sarebbe incapace di produrre in quantità idonee senza il loro aiuto. 
  • ENTEROCOCCHI, forse meno importanti delle due famiglie precedenti, ma che svolgono una preziose azione protettiva negli individui quando essi sono soggetti a trattamenti antibiotici. 
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Autore
Giulio Mignani
Giulio Mignani

Farmacista, laureato con lode presso l'Università di Bologna. Si occupa soprattutto di integrazione alimentare e sportiva.

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