Semi di pompelmo: alleato della salute, ma occhio alle interazioni

L'assunzione di pompelmo è suggerita in caso di inappetenza, difficile digestione, disturbi del fegato, capillari fragili.
Inoltre è anche indicato a fine pasto per le presone in sovrappeso in quanto stimola la trasformazione dei grassi in energia.
Positivo anche l'utilizzo dei semi di pompelmo nell'ulcera gastrica, alcuni studi di laboratorio condotti sui ratti confermano questa proprietà benefica.

LE INTERAZIONI CON I FARMACI

Nonostante tutte le proprietà benefiche del pompelmo, non tutti sanno però che questo frutto può interferire con alcuni farmaci, andando a modificare la loro attività metabolica in maniera significativa attraverso le interazioni metaboliche che comportano un aumento delle concentrazioni plasmatiche degli stessi con conseguenti effetti collaterali.
Questa informazione fu resa pubblica nel 1989 durante un test farmacologico condotto in Canada; da allora sono partite una miriade di ricerche per confermare l'interazione farmaci-pompelmo.
E' stato cosi possibile scoprire che il pompelmo interferisce con numerosissimi farmaci tra cui: statine, anti-aritmici, agenti immunosoppressori, beta-bloccanti.

Esistono comunque altre classi di farmaci che non hanno mostrato alcun effetto tossico se assunti con il succo di pompelmo, questi farmaci possono dunque essere usati come terapia alternativa in quei pazienti che manifestano un alto rischio di interazione farmacologica con il pompelmo.
I pazienti comunque possono scegliere di escludere il pompelmo dalla loro dieta e consumare altri tipi di agrumi al fine di evitare un'interazione tossica.

CLASSI DI FARMACI CHE POSSONO INTERAGIRE CON IL POMPELMO:

• Antiaritmici (amiodarone, disopiramide, chinidina): l'incremento dei livelli plasmatici di amiodarone può causare tossicità a livello della tiroide o dei polmoni, danni epatici, e bradicardia.
  L'incremento dei livelli plasmatici di chinidina e disopiramide può essere cardiotossico.
• Calcio-antagonisti (felodipina, nicardipina, nifedipina, nimodipina, nisoldipina): l'incremento dei livelli plasmatici di questi farmaci può indurre edema periferico, cefalea, tachicardia, ipotensione sintomatica e in rari casi infarto del miocardio.
• Statine (atorvastatina, lovastatina, simvastatina): l'incremento dei livelli plasmatici può causare cefalea, disturbi gastrointestinali, infiammazione epatica e miopatie.
• Immunosoppressori (ciclosporina, tacronimus): incremento degli effetti avversi indotti da tali farmaci quali nefrotossicità, epatotossicità ed incremento dell'effetto immunosoppressivo.
• Inibitori della saquinavir proteasi: l'incremento dei livelli plasmatici può causare una maggiore incidenza di effetti collaterali, quali cefalea, affaticamento, insonnia e ansia. 
• Benzodiazepine (diazepam, lorazepam, lormetazepam, ecc...): aumenta la loro biodisponibilità, causando un maggiore assorbimento ed effetti, compresi quelli indesiderati, più pronunciati.
  Essendo i farmaci più utilizzati per indurre il sonno, si raccomanda molta attenzione. 

Questi effetti collaterali sono dovuti all'espressione di un particolare citocromo, un sistema metabolico che si trova nel fegato.
Esso è dotato di una vasta variabilità genetica di conseguenza la sua espressione e quindi le reazioni avverse che ne derivano variano da individuo a individuo, si tratta solo di prestare un pò più di attenzione.