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Problemi sott'occhio
- mercoledì 08 giugno 2011
Orzaioli e calazi sono confusi e spesso trascurati. Apriamo occhi per distinguere risolvere il problema.
Molti pazienti lamentano di avvertire la sensazione di un corpo estraneo venuto a contatto con l'occhio; è un fastidio o un dolore caratteristico, accompagnato da palpebre che si contraggono, lacrimazione e intolleranza alla luce. In molti casi non solo manca la poesia del deserto, manca anche lo stesso corpo estraneo. Si tratta allora di un problema che spesso è ben visibile anche all'osservazione, un calazio o un orzaiolo, che sono due piccole ma a volte ostinate malattie delle palpebre.
EYES WIDE SHUTLe palpebre sono pieghe della cute con una struttura più complessa di quanto non possa apparite. La loro funzione è essenzialmente protettiva dell'occhio, resa possibile da una perfetta mobilità e lubrificazione. Perciò tra i quattro strati di cui sono composte - da quello esterno (la vera e propria cute) a quello interno (costituito da congiuntiva) - si trovano formazioni muscolari e ghiandolari. Ci sono in particolare diverse decine di ghiandole, raggruppate in tre tipologie.
Le ghiandole di Zeis sono ghiandole sebacea che si trovano al margine della palpebra al servizio delle ciglia. Si tratta di ghiandole che producono una sostanza oleosa che viene immessa nel follicolo pilifero delle ciglia stessa, proteggendole.
Nella stessa zona della palpebra si trovano anche le ghiandole di Moll, ghiandole sudoripare che peraltro secernono un tipo di sudore "grasso" (ghiandole apocrine).
Le ghiandole di Meibomio si trovano nello strato più interno verso la congiuntiva. Sono situate nella palpebra superiore, per secernere la componente lipidica delle lacrime. Questo secreto modula l'evaporazione della componente acquosa della lacrima, mantenendo il corretto stato di idratazione della cornea.
Tutte queste ghiandole possono ammalandosi e dare luogo a rigonfiamenti sulle palpebre. La presenza di una piccola tumefazione a forma di pallina sulle palpebre, abbastanza comune, è a volte chiamata erroneamente cisti o brufolo: nella maggior parte dei casi si tratta più esattamente di un orzaiolo o di un calazio. Queste malattie, comunemente confuse perché spesso strettamente associate, sono in realtà due alterazioni ben distinte. La differenza più semplice è che l'orzaiolo è un'infezione acuta, il calazio un nodulo cronico. Ma vediamoli in dettaglio.
ACQUA, FUOCHERELLO...Un orzaiolo si presenta come una tumefazione arrossata, calda, tesa, fastidiosa e talvolta dolorosa, normalmente vicino al bordo delle palpebre. Quasi sempre cresce nel giro di pochi giorni e spesso compare anche un puntino giallognolo.
L'orzaiolo è un'infiammazione solitamente causata da un tipo di batterio comune denominato stafilococco, interessando una o più delle ghiandole sebacee delle palpebre, situate alla base delle ciglia. Lo stafilococco spesso alberga nelle narici o anche sulla pelle. È possibile trasferire il batterio sulle palpebre toccandosi il naso e poi sfregando gli occhi senza lavarsi le mani. L'uso di lenti a contatto può favorire il contagio.
Gli orzaioli più comuni e facilmente guaribili sono all'esterno della palpebra e sono detti orzaioli esterni. Un orzaiolo esterno si presenta come un brufolo vicino alle ciglia, che progredisce verso una tumefazione arrossata e dolorosa che di solito dura diversi giorni prima di scoppiare e quindi guarire anche spontaneamente.
In questi casi le ghiandole infettate sono quelle esterne, ovvero di Zeis o Moll: l'escrescenza tondeggiante è sulla linea delle ciglia, c'è spesso gonfiore doloroso ma anche la salutare fuoriuscita di pus di colore giallognolo. Più raramente gli orzaioli possono crescere all'interno della palpebra.
Anche gli orzaioli interni di solito causano una tumefazione arrossata e dolorosa ma, vista la sede, non si vede la comparsa di pus sul bordo delle palpebre. L'orzaiolo è definito "interno", in quanto le ghiandole colpite sono quelle "di Meibomio", situate, appunto, nella zona interna delle palpebre. Al contrario di quello esterno, l'orzaiolo interno, di regola, non è riconoscibile e diagnosticabile a prima vista. Il medico dovrà osservare il lato interno della palpebra, dove il gonfiore circoscritto e molto dolente lo segnala. L'orzaiolo, a prescindere dalla localizzazione, è caratterizzato anche da un notevole fastidio nel percepire fasci luminosi e spesso si sviluppa una lacrimazione accentuata.
È controproducente cercare di schiacciare un orzaiolo, perché il pus potrebbe "contagiare" parti sane e si rischia di estendere l'infiammazione, di otturare il dotto escretore, fino a far degenerare l'orzaiolo in cisti. È opportuno, invece, mantenere l'occhio pulito, agevolando la maturazione e quindi la regressione dell'escrescenza attraverso impacchi di acqua tiepida, da effettuare con una garza sterile in modo ripetuto. Solitamente la rottura di un orzaiolo esterno, che porta alla riduzione e poi alla scomparsa del dolore è spontanea e avviene nell'arco di alcuni giorni. Il medico può, tutt'al più, prescrivere pomate a base di eritromicina (o antibiotici simili), allorché la frequenza della malattia inizi a diventare preoccupante.
Se si verifica un'infezione stafilococcica anche in un'altra sede del corpo, il medico potrà prescrivere un antibiotico da assumere per via orale.
Per ridurre il dolore e l'infiammazione degli orzaioli, gli erboristi suggeriscono delle gocce oculari a base di eufrasia (Euphrasia officinalis) oppure preparazioni orali di lappa (Arctium lappa).
L'orzaiolo interno difficilmente "matura" (o meglio riesce a suppurare) da solo perciò è necessario spesso l'intervento di uno specialista, che faciliti la fuoriuscita del pus attraverso l'incisione e la spremitura.
LE PALLE DEGLI OCCHIIl calazio è una pallina, un noduletto sodo che può insorgre lentamente. In alcune circostanze si può formare una crosta sul bordo esterno del rigonfiamento provocando dei piccoli fastidi all'occhio causati dallo sfregamento. 1 sintomi sono incredibilmente lievi (se si esclude la sensazione di peso palpebrale o di fastidio per la presenza di "qualcosa" sull'occhio), e il più delle volte 9 problema è meramente estetico. Del calazio si conosce il meccanismo di formazione, ma non la causa effettiva.
Il calazio si forma con l'ostruzione di una delle ghiandole di Meibomio. Queste ghiandole sono dotate di un dotto escretore molto contorto dove a volte si forma una specie di tappo (per esempio allorché il secreto ghiandolare diventa denso). La ghiandola peraltro non si ferma, ma continua la sua attività di secrezione, si accumula ulteriore "sebo" e come conseguenza l'area si gonfia costipandosi. Il calazio quindi ha più la struttura di una cisti che di un brufolo.
Il calazio si risolve in molti casi spontaneamente, ma con tempi più o meno lunghi (da un minimo di 15-20 giorni, ad alcuni mesi, a volte un anno, ed anche più). La ciste che si è formata lentamente poi tende a svuotarsi, con momenti "migliori", in cui appare più piccola, e altri "peggiori" in cui si ingrandisce. Alcuni ritengono utili degli impacchi di acqua tiepida o delicatissimi massaggi della palpebra che dovrebbero fluidificare il sebo e stimolare la circolazione favorendo lo scioglimento del blocco ghiandolare. Tuttavia nei primi giorni, se l'occhio è molto gonfio, evitare di massaggiarlo, tantomeno con impacchi caldi.
Di solito, problemi estetici a parte, si interviene con soluzioni più efficaci solo dopo alcuni mesi se il rigonfiamento continua ad allargarsi o non si stabilizza. Il medico può prescrivere l'applicazione locale di farmaci, quelli suggeriti più di recente sono cortisonici. Più calazi possono comparire contemporaneamente, in questo caso si parla di calaziosi. Se H calazio è molto grande, se non si risolve da solo o se è in una posizione fastidiosa, come al centro della palpebra, dove può ostacolare la normale visione, si può intervenire chirurgicamente. Con un piccolo intervento eseguito in day-hospital e in anestesia locale si rimuove il nodulo. In genere si preferisce intervenire dalla parte interna della palpebra per non lasciare la minima cicatrice. Recentemente è stato proposto anche l'intervento con il laser.
L'UOVO E LA GALLINAIl calazio può essere l'esito dell'orzaiolo e l'orzaiolo può essere la complicanza del calazio! Quando la bolla dell'orzaiolo blocca completamente la ghiandola l'infiammazione può essere molto estesa e talvolta non risolversi in breve tempo. In questi casi la soluzione della fase acuta lascia degli strascichi: o una lieve infezione stabilizzata circondata da materiale granulomatoso (cioè materiale connettivo che cerca di isolare l'infiammazione) o la capsula che conteneva il pus. Si tratta, a seconda della localizzazione di un calazio o comunque di una neoformazione che viene assimilata a un calazio.
VISIONE AMPIASecondo alcuni il calazio soprattutto nei bambini può essere causato da difetti visivi non corretti. Infatti, la contrazione involontaria dei muscoli oculari – che serve per mettere a fuoco – può favorire la chiusura del dotto escretore delle ghiandole di Meibomio. Nell'adulto calazi di grandi dimensioni che permangono a lungo possono, premendo sulla cornea, causano l'insorgenza di lievi difetti di rifrazione, soprattutto astigmatismo. Questi ultimi si risolvono con l'asportazione chirurgica dei calazi.