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Il tempo sulla pelle
- martedì 07 giugno 2011
La scienza sta studiando cause e forme dell'invecchiamento cutaneo. Le novità per chi non considera la pelle sciupata una questione superficiale.
I lineamenti del viso di Dorian sono talmente superbi per bellezza, da destare un interesse particolare nel pittore Hallward, che ispirato da tanta armoniosità e purezza decide di fargli un ritratto. Si tratta naturalmente del "Ritratto di Dorian Gray", che nel romanzo di Oscar Wilde è l'oggetto di una sorta di patto con il demonio, grazie al quale l'immagine dipinta invecchia al posto del vero volto del giovane protagonista, rendendo così eterno il suo splendore. L'elegantissimo scrittore irlandese, orami un classico irrinunciabile, è quanto mai attuale, evocando situazioni che mascherano uno squallore di fondo con una maniacale cura chi funambolici tra palcoscenico e realtà, le contraddizioni tra apparire ed essere che diventano insostenibili.
SOTTO LA SFOGLIAOggi molti chiedono al dermatologo strumenti e consigli non solo per una pelle sana ma anche perennemente giovane e magari anche piacente ed abbronzata. Se è vero che la tecnologia propone un ventaglio di soluzioni e artifici notevoli ed anche apprezzabili, un passo indietro per conoscere i fatti di fondo e le cause dell'invecchiamento cutaneo ha il vantaggio di far recuperare il senso del limite e fare apprezzare un classico evergreen: "prevenire è meglio che curare". Cominciamo dal conoscere la realtà della struttura cutanea, cioè della pelle.
La cute (la pelle) è formata da tre strati molto diversi, uno strato esterno di protezione chiamato epidermide, un tessuto connettivo che "media" gli scambi tra interno ed esterno del corpo chiamato derma, e un tessuto adiposo che prende il nome di ipoderma.
L'epidermide ha la funzione di produrre sempre nuove cellule che dovranno andare a diretto contatto con l'esterno, morire ed andare perdute come una prima linea di scudi, che vengono sempre sostituiti da quelli che sono man mano in costruzione dietro i primi. Uepidermide è un epitelio squamoso stratificato, composto soprattutto da cellule specializzate che si riempiono di cheratina (la sostanza resistente e impermeabile di cui sono costituiti i microscopici scudi "a perdere"). Partendo dal livello profondo verso la superficie si possono riconoscere 5 strati distinti in cui le cellule si formano: da quello basale o germinativo in cui nascono, a quello più esterno detto corneo.
Nel profondo dell'epidermide ci sono i melano -citi, le cellule deputate alla produzione della melanina, il pigmento che ci difende dalle radiazioni solari ed è responsabile della "tintarella". Il derma è la parte della pelle che contiene i vasi capillari e le termina zioni nervose del senso del tatto. Esso è costituito da collageno, che consente alla pelle una notevole resistenza alla trazione (cioè conferisce tono), da fibre elastiche, che le donano un'estensibilità reversibile e dai »cosamffúnogbcani o GAG (tra cui il più noto è l'acido ialuronico) che
possono gonfiarsi come spugne e conferiscono idratazione e turgore. Queste sostanze sono prodotte tutte in loco da apposite cellule dette fibroblasti. Nel derma ci sono tra l'altro anche le ghiandole sebacee.
VELOCITA' E GENERAZIONI L'invecchiamento dell'epidermide è connesso a quello del derma, in quanto per esempio quest'ultimo "nutre" la prima con il sebo. Peraltro considerarlo separatamente aiuta a capire la complessità del fenomeno. Con l'avanzare dell'età il ciclo di proliferazione e cheratinizzazione delle cellule epiteliali rallenta (passando da 28 a 30 giorni). L'epidermide va incontro a un generale assottigliamento e un lieve indurimento che contribuisce alla diminuzione dell'elasticità superficiale della pelle. L'aspetto cartilagineo, un po' rinsecchito è certamente un segno estetico di senescenza. Questo avviene proprio perché le cellule cheratinizzate (che nella pelle giovane sono rimpiazzate con velocità e regolarità da materiale fresco) nella pelle senescente tendono a cementarsi di più, formando uno strato più compatto. L'equilibrio ideale nei processi di evaporazione dell'acqua è perduto e il film idrolipidico naturale (cioè l'estremo strato protettivo a base di acqua e grassi) solitamente si impoverisce in quantità e qualità. Ovverosia l'idratazione dello strato corneo diventa scarso e cambia anche la presenza di amminoacidi, di sali e di altre sostanze che contribuiscono alla perfetta idratazione e seboregolazione deTepidern-úde. Associata all'aridità è la caratteristica formazione delle piccole rughe superficiali che appunto interessano l'epidermide. Anche i melanociti possono dare problemi: spesso semplicemente lavorano meno, ciò determina un aumento della sensibilità cutanea alle lesioni durante l'esposizione alle radiazioni solari. L'assottigliamento dell'epidermide è un danno estetico anche perché fa risaltare invece che mascherare un po' le lesioni che il tempo infligge al derma.
KRONOS E CAOSQuando il derma invecchia si riduce il numero e la funzionalità dei fibroblasti: essi rispondono progressivamente meno bene ai fattori interni che li stimolano a riprodursi e a generare le sostanze caratteristiche del derma: il collagene, l'elastina, e i GAG. Queste tre componenti del derma risultano via via sempre più alterati qualitativamente e quantitativamente anche se in forme e modi che possono cambiare da persona a persona. Prima o poi compare una perdita dell' originaria organizzazione delle fibre elastiche, una diradazione (oltre che disorganizzazione) del collagene e una insufficienza dei GAG. Si tratta in sostanza di una certo grado di destrutturazione e atrofia del derma.
Inoltre gli scambi nutritivi fra sangue e cellule del derma si riducono tanto più quanto la microcircolazione si indebolisce. Il rallentamento dell'attività circolatoria determina un prolungamento del tempo di permanenza delle tossine nel derma e, in generale, una scarsa nutrizione dei tessuti.
Anche le ghiandole cutanee (esocrine, sudoripare) vanno progressivamente riducendo la propria attività, con la conseguente riduzione del sebo e i noti effetti sulla secchezza dell'epidermide. Peraltro dagli studi degli ultimi anni è sempre più chiaro che l'invecchiamento cutaneo non è lo stesso per tutti.
Si deve distinguere innanzitutto la forma di invecchiamento legata a fattori interni da quella legata a fattori esterni. Il primo tipo di invecchiamento è riconducibile alle modificazioni cutanee fisiologiche già "scritte" nel patrimonio genetico, cioè ereditario, chiamato cronoinvecchiamento; il secondo è dovuto a fattori ambientali e allo stile di vita che conduciamo. Per il mero trascorrere del tempo la pelle soffre di cronoinvecchiamento. Ancorché procedente in parallelo con l'età, dipende dal patrimonio genetico, cioè dalla predisposizione familiare a invecchiare. A questo si possono aggiunge fino a quattro-cinque fattori causali esterni normalmente concomitanti, ma tra i quali magari uno o due possono essere più significativi per il singolo individuo.
SOL INVICTUSI dermatologi hanno cominciato a distinguere processi e manifestazioni differenti innescati da fattori diversi.
Di gran lunga il più importante e studiato è il fotoinvecchiamento o "photoaging", provocato dall'azione delle radiazioni ultraviolette o UV. Grossolanamente si può ben dire che sia un'esposizione saltuaria o periodica a irraggiamento notevole, sia limitata ma lungo tutta la vita, accelerano i processi di invecchiamento della pelle. Al contrario di quanto si riteneva fino ad alcuni anni fa sono però soprattutto i raggi UVA (proprio quelli delle lampade abbronzanti che penetrano in profondità nel derma) a produrre uno stimolo di tipo infiammatorio, responsabile del danno cutaneo. Le radiazioni danneggiano innanzitutto le fibre elastiche e il collageno, all'interno del derma. A livello microscopico il fotoinvecchiamento è caratterizzato in particolare da un aumentato deposito di materiale elastico nel derma; si tratta peraltro di fibre elastiche degenerate, ispessite e aggrovigliate in sostituzione di quelle sane (è la elastosi solare). Quindi nell'invecchiamento solare tipicamente non compare atrofia ma ipertrofia della cute che facilmente si accompagna a lassità. In realtà i fenomeni fotoindotti sono molteplici e portano a manifestazioni come le cosidette rughe attiniche, rughe sottili diffuse che conferiscono alla cute un aspetto corrugato quasi sgualcito per la notevole perdita di elasticità. Nell'epidermide viene alterato precocemente il processo di maturazione delle cellule tutto ciò si traduce in una cute secca e desquamante (ma ciò dipende anche dall'utilizzo o meno di creme doposole). L'azione cumulativa dei raggi UV sovente finisce per alterare la funzionalità dei melanociti. Ciò porta agli inestetismi della pigmentazione cutanea: lentigo (ovvero le macchie scure), discromie, colore giallognolo della pelle. Il danno solare cronico può anche concorrere alla dilatazione dei capillari e alla formazione delle teleangectasie, fino a procurare chiazze rosso-bluastre con contorni irregolari.
Oltre ad un danno estetico non è infrequente che il photoaging sia accompagnato da un danno di tipo degenerativo come la formazione di lesioni chiamate chetatosi attiniche (per non parlare, ovviamente, dei tumori cutanei).
SENSIBILITA' AMBIENTALEPoco caratteristico per manifestazioni conosciute ma individuabile per le cause è l'invecchiamento da fattori "ambientali" in generale, che opera non solo sulla pelle ma su tutto l'organismo. Si ritiene che un ambiente sfavorevole - che spesso significa contaminato da sostanze tossiche o ossidanti -riduca la capacità delle cellule di moltiplicarsi, ne aumenti la fragilità e in generale vada a intaccare il capitale genetico delle cellule. Tra il fattori ambientali spicca il fumo, nefasto quasi quanto i raggi ultarvioletti. 1 prodotti tossici contenuti nel tabacco degradano i componenti del derma, in particolare l'acido ialuronico e inducono una produzione di elastina alterata. L'inquinamento atmosferico ha un ruolo di acceleratore dell'invecchiamento tra l'altro attraverso l'abbassamento delle difese immunitarie, la disidratazione dell'epidermide e un rallentamento del processo di rigenerazione e desquamazione. Lo stress sembra possa aumentare direttamente la produzione di radicali liberi, cioè di sostanze fortemente ossidanti che aggrediscono le cellule fino addirittura a danneggiarne il DNA. Anche diete squilibrate e sedentarietà, che favoriscono la permanenza nell'organismo di tossine e magari la carenza di micronutrienti (come le vitamine antiossidanti A o E o il magnesio) sono fra i fattori ambientali di invecchiamento.
VIALE DEL PROGRESSOLa prima forma di invecchiamento cutaneo a comparire è talvolta il mio-invecchiamento.
Le rughe di espressione sono dovute ai movimenti del viso e quindi alla contrazione spontanea dei muscoli sottostanti. Si presentano sulla fronte, tra le sopracciglia, ai lati delle labbra. In gioventù compaiono solo quando si contraggono i muscoli, con l'avanzare dell'età la pelle è meno elastica e non si rilassa più, di conseguenza la ruga segna la pelle anche quando il volto è a riposo. Questo invecchiamento cutaneo, che può comparire prima in chi è più espressivo nell'esprimersi viene esaltato, ma non causato dalla perdita di grasso sottocutaneo dell'ipoderma.
STEP E STOPQuando le ovaie non producono più estrogeni (in menopausa), le donne sono costrette ad affrontare un gradino nell'invecchiamento cutaneo che si manifesta tipicamente in una perdita di densità, ma non solo. Infatti gli ormoni agiscono come stimolo sui fibroblasti del derma, sullo strato germinale dell'epidermide e sulla attività dei melanociti. Quando gli estrogeni diminuiscono cala in particolare la presenza di collageno, la pelle perde di tono e si allenta. L'invecchiamento ormonale è perciò caratterizzato da atrofia e atonia, ma anche da secchezza per scarsa secrezione sebacea, pallore o ipopigmentazione della pelle. La relazione è confermata dal fatto che la terapia ormonale sostitutiva (che peraltro richiede la supervisione medica) ed anche i fitoestrogeni ostacolano questo processo. Le ricerche stanno indagando il ruolo dell'insulina e degli ormoni tiroidei sull'invecchiamento cutaneo.