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AIDS: la Sindrome da Immuno-Deficienza Acquisita
- martedì 10 settembre 2013
E' malattia che rende difficile al corpo contrastare le altre patologieinfettive: il virus da immunodeficienza umana, conosciuto come HIV, causa l'AIDS infettando e danneggiando parte delle difese del corpo contro le aggressioni esterne, i linfociti, un particolare tipo di di globuli bianchi che nel sistema immunitario hanno il compito di contrastare e neutralizzare batteri e virus invasori.
L'HIV può essere trasmesso con il diretto contatto con il sangue o con i liquidi corporei di qualcuno che è stato infettato dall'HIV, il contatto di solito avviene scambiandosi aghi o avendo rapporti sessuali non protetti con una persona infetta oppure la trasmissione avviene dalla madre al figlio.
Per l'AIDS e l'HIV non esistono medicine risolutive o vaccini ma solo dei comportamenti che assunti permettono di prevenire il contagio.
Il virus dell'HIV attacca specifici linfociti, chiamati cellule T-helper (conosciute anche come cellule T), prende il sopravvento su di esse e si moltiplica.
Questo processo continuo distrugge altre cellule T, compromettendo cosi la capacità del corpo di reagire ad insulti esterni attraverso il sistema immunitario.
Quando il numero di cellule T diminuisce considerevolmente, le persone con HIV sono più predisposte ad altre infezioni e potrebbero contrarre alcuni tipi di cancro che un corpo sano normalmente sarebbe in grado di combattere.
Questa ridotta immunità (immunodeficienza) è conosciuta come AIDS e potrebbe trasformarsi in gravi infezioni minacciosi per la vita, alcune forme di cancro ed il deterioramento del sistema nervoso.
Sebbene l'AIDS sia sempre il risultato di un'infezione da HIV, non tutti quelli che hanno contratto l'HIV, hanno l'AIDS. In realtà, gli adulti che hanno contratto HIV possono sembrare sani, per anni prima che si ammalino di AIDS.
L'infezione da HIV che porta all'AIDS è una delle principali cause di malattie e morte tra bambini, adolescenti e adulti in tutto il mondo. Negli ultimi anni la percentuale di AIDS è aumentata tra gli adolescenti e i giovani tramite rapporti sessuali non protetti e lo scambio di aghi sporchi con sangue infetto.
Inoltre può essere trasmessa da madre a figlio tramite la gravidanza, durante il parto e l'allattamento al seno.
Fortunatamente i farmaci attualmente somministrati alle donne incinta sieropositive hanno ridotto la percentuale di trasmissioni da HIV da madre a figlio; questi farmaci inoltre vengono anche utilizzati per rallentare o ridurre alcuni effetti della malattia nelle persone già infette, purtroppo però non sono disponibili i tutto il mondo, soprattutto nei paesi più poveri gravemente colpiti dall'epidemia.
SINTOMI
L'infezione da HIV passa essenzialmente attraverso 4 stadi principali:
- incubazione.
- infezione acuta.
- periodo di latenza.
- AIDS.
L'iniziale periodo di incubazione è totalmente asintomatico e dura in media da 2 a 4 settimane dal momento del contagio.
Il secondo stadio, l'infezione acuta, dura in media 28 giorni e si manifesta in alcuni casi attraverso sintomi di tipo influenzale:
- febbre,
- linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi),
- faringite (mal di gola),
- rash cutanei,
- mialgia (dolore muscolare),
- malessere,
- piccole piaghe in bocca e nell'esofago.
Più raramente compaiono anche:
- mal di testa,
- nausea e vomito,
- ingrossamento del fegato,
- perdita del peso,
- mughetto,
- sintomi neurologici
La terza fase diventa nuovamente prima di sintomi e può durare da 2 settimane a 20 anni ed oltre, fino a quando sopraggiunge l'AIDS con sviluppo di infezioni e tumori di varia natura.
Gli adolescenti e gli adulti che contraggono l'HIV spesso non mostrano alcun sintomo nel momento in cui contraggono l'infezione.
Potrebbero passare 10 anni o più prima che si manifestino i sintomi; nell'arco di questo tempo possono trasmettere il virus senza nemmeno sapere di averlo.
Appena i sintomi dell'AIDS si manifestano possono includere:
- rapida perdita di peso,
- febbre,
- forte stanchezza,
- linfonodi ingrossati,
- diarrea persistente,
- agitazione e sudorazione notturna,
- tremore,
- polmonite
Le persone in queste fase sono immunodepresse, di conseguenza più predisposte a contrarre malattie opportunistiche (sarcoma di Kaposi, tumori, linfomi, ecc).
TRASMISSIONE
L'HIV viene trasmesso il diretto contatto con il sangue o i liquidi corporei di persone affette da questo virus attraverso rapporti sessuali non protetti, latte materno, scambio di siringhe, aghi e rasoi ed effetti personali venuti a contatto con liquidi biologici.
L'AIDS NON si trasmette tramite:
- stretta di mano, abbracci, vestiti.
- baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina, feci.
- bicchieri, posate, piatti, asciugami, lenzuola.
- punture di insetti.
- palestre, piscine, saune, bagni pubblici.
- scuole, asili, luoghi di lavoro.
- ristoranti, bar, cinema e locali.
- utilizzo mezzi di trasporto e/o luoghi pubblici.
TEST
Il test attualmente più utilizzato per rilevare un eventuale contagio da HIV è il test HIV Ab, in grado di rilevare la presenza di anticorpi prodotti dall'organismo in risposta al virus. di norma il test viene eseguito con il metodo ELISA.
Questo test non può essere eseguito dopo il possibile contagio; nel momento in cui il virus contagia l'ospite questo non è in grado di produrre immediatamente gli anticorpi.
Si parla di periodo finestra in cui il contagio è avvenuto, è possibile contagiare nuovi partner, ma non si sono ancora formati gli anticorpi (non si è ancora sieropositivi, ma è bene ricordare che si è contagiosi).
Il periodo finestra dura mediamente da 4 a 6 settimane per il test ELISA di vecchia generazione, tecniche più recenti permettono di accorciarlo fino a 22 giorni, tuttavia in alcuni soggetti possono passare fino a 6 mesi prima che venga a prodotta una quantità rilevabile di anticorpi; oltre il 99% dei contagi sono però rilevabili dopo 3 mesi.
Durante questo periodo il test ELISA è quindi negativo anche se in realtà il soggetto è stato contagiato. per considerare definitivo il risultato è quindi necessario ripetere il test a 3 mesi dal rapporto a rischio.
Il primo test viene eseguito dopo un mese (oltre cioè la durata media del periodo finestra): questo permette di riprendere tranquillità in caso di esito negativo o di agire precocemente in caso di esito positivo. Un secondo test è effettuato dopo 3 mesi: un esito negativo ha un valore definitivo.
In genere a seguito di un test ELISA positivo si procede con un test di conferma basato su una tecnica diversa (Western Blot).
CURA
Non esistono al momento cure per la guarigione dell'HIV o dell'AIDS: i bambini che contraggono l'HIV alla nascita sviluppano AIDS prestissimo e tendono ad avere complicazioni più gravi rispetto agli adulti con il virus.
Recenti progressi hanno dimostrato che le cure con i farmaci antivirali appropriati possono diminuire i sintomi più a lungo e possono migliorare la qualità della vita delle persone con AIDS.
L'HIV si trasforma in AIDS in un tempo variabile, dipendente dal virus, dall'ospite e da fattori ambientali; la media è attorno ai 10 anni, ma non devono stupire periodi più brevi o più lunghi.
La sopravvivenza media con terapia antiretrovirale è di 4/5 anni dal momento della diagnosi di AIDS conclamato (e quindi non dalla condizione di sieropositività).
Senza il supporto terapeutico la morte sopravviene entro un anno. la maggior parte dei pazienti muore per infezioni opportunistiche dovute al progressivo indebolimento del sistema immunitario.
E' infine stato confermato che il momento in cui si inizia la terapia antiretrovirale ha un impatto decisivo sull'aspettativa di vita: quanto è più precoce tanto più è probabile rallentare la progressione della malattia.
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